Dal pallone ai sogni d'infanzia
Ricordo come fosse ieri i pomeriggi trascorsi a calciare un pallone per strada, nei parcheggi o nei campetti di provincia in terra battuta, cercando di imitare le gesta dei grandi campioni. Eppure, in fondo sapevo che quel desiderio di giocare a calcio non era del tutto mio, bensì sembrava più un'eco delle aspettative dei miei coetanei e della società. Non ero il più bravo, né il più appassionato, e questa consapevolezza mi faceva spesso sentire un pesce fuor d'acqua.
Un mondo di fantasia tra anime e manga
La vera fuga, il mio vero rifugio, erano gli anime. "I Cavalieri dello Zodiaco" (Saint Seiya) e "Holly e Benji" (Captain Tsubasa) erano i miei eroi, figure mitiche che combattevano battaglie epiche e segnavano goal impossibili. La mia fame di queste storie era insaziabile, ma la realtà di un piccolo paese con poche risorse limitava il mio accesso al vasto universo dei manga. "Topolino" diventava allora il mio fedele compagno, un ponte tra il desiderio di avventure esotiche e la realtà di un'edicola poco fornita.
Le prime parole su carta
La vera magia iniziava quando prendevo in mano la macchina da scrivere Olivetti Lettera 32 di mio padre. Ogni tocco dei tasti era come suonare una nota su uno strumento, con la differenza che componevo storie invece di melodie. Creavo il mio piccolo giornale, una raccolta di pensieri, racconti e, a volte, timide poesie, che poi distribuivo con orgoglio ai miei familiari. Questi momenti erano la mia prima vera espressione creativa, un presagio della passione per la scrittura che avrebbe continuato a bruciare dentro di me.
Note musicali e pixel
La musica suonava in sottofondo della mia infanzia, il pianoforte mi tentava con le sue melodie, ma non ho mai voluto imparare a suonarlo seriamente. Fu solo più tardi che la chitarra catturò veramente il mio spirito ribelle, permettendomi di esprimere le mie emozioni in modo che le parole non potevano. E poi c'erano i videogiochi, quei mondi pixelati che promettevano avventure e sfide, alter ego digitali di quelle storie di anime e manga che tanto amavo.
La riscoperta della lettura
Non amavo particolarmente leggere da bambino, una confessione che mi fa sorridere ora che i libri sono diventati per me finestre su mondi inesplorati e fonti inestimabili di ispirazione. Questo cambiamento mi ricorda che non è mai troppo tardi per scoprire o riscoprire una passione.
Alla ricerca del mio ikigai
Riflettendo su questi frammenti del mio passato, mi chiedo: "Potrebbe essere la scrittura la chiave per il mio ikigai?" Questo viaggio a ritroso nel tempo mi suggerisce che forse, nel tessuto delle mie prime passioni - gli anime, la creazione di storie, la musica - si nasconde la trama del mio scopo di vita.
La scrittura, in particolare, è sempre stata il filo conduttore che ha unito i vari aspetti della mia vita, permettendomi di esprimermi e di condividere i miei pensieri con gli altri. Riflettendo sui miei anni formativi, mi rendo conto che la voglia di raccontare, di esplorare mondi immaginari e di connettermi con gli altri attraverso la parola scritta potrebbe effettivamente essere il percorso che conduce al mio ikigai.
Un invito a voi, lettori
E così, cari lettori, vi invito a unirvi a me in questa esplorazione. Forse, insieme, possiamo scoprire o riscoprire le nostre passioni infantili e trasformarle in una bussola che ci guida verso una vita piena di significato e soddisfazione. Dopotutto, l'ikigai non è solo la ricerca di ciò che amiamo fare, ma anche di ciò che può portare valore a noi stessi e al mondo intorno a noi. E voi, avete trovato il vostro ikigai?

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